mercoledì 20 luglio 2016

TOM - Un nuovo miracolo per Commodore (Amiga e 64)


Si può nel 2016 inventare qualcosa di nuovo e di molto utile per le macchine Commodore?
La risposta è una sola: SI!!!
Dopo la favolosa e imbattibile “Princess” della Manosoft (recensita su questo blog un po’ di tempo fa) arriva un prodotto impensabile fino a poco tempo fa.
Il prodotto si chiama “TOM” ed ha una funzione semplice ma utilissima.
Ma prima di spiegare a cosa serve faccio un piccolo passo indietro … tempo fa giocando al mio biscottone mi è venuto un pensiero.
Ho pensato ai famosi joystick per Commodore a 9 pin e come questi saranno fra qualche anno merce rara.
Mi è venuto da pensare che saranno sempre meno quelli funzionanti e soprattutto quelli con l’impugnatura solida con tutti i direzionali perfetti.
Basta vedere quanto costano su ebay o altri siti di compravendita  i famosi “Albatros” che si avviano anche sui 50 euro al pezzo.
Addirittura io personalmente chiesi anni fa su diversi forum commodoriani se esisteva qualcosa come questo “TOM” (di cui adesso dirò l’utilità) ma tutti mi risposero picche.
Adesso è uscito in sordina questo prodotto che ho voluto provare con l’incognita e il rischio di buttare via i soldi.
E invece mi ha dato un enorme soddisfazione.
Adesso mi direte … ma ci dici a cosa serve?
Ebbene, partiamo dicendo che TOM si mette su una delle porte a 9 pin dell’Amiga o del Commodore 64 (in quest’ultimo dato che non si inserisce, ci vuole una piccola prolunga maschio/femmina venduta a parte).
Dalla parte opposta di TOM c’è una porta USB dove poter attaccare un gamepad usb.
Ebbene si!!! Avete capito bene!!!
Possiamo giocare al Commodore 64 o all’Amiga con un gamepad usb.
Io l’ho provato ed è una figata pazzesca.
Non ci saranno più problemi causati da joystick che spesso hanno problemi di funzionamento o che si rompono con niente.
Adesso possiamo giocare con un qualsiasi gamepad usb, con una sensibilità favolosa e senza il rischio in caso di rottura di non sapere dove andare a sbattere la testa.
Se lo volete comprare, andate su questi indirizzi:
Sono gentilissimi e se non specificato arriva già configurato per Amiga.
Se invece lo volete usare su Commodore 64 ricordatevi di comprare anche la prolunga e chiedetegli di farvelo arrivare configurato per il biscottone.
Un prodotto che non vi deluderà.

lunedì 11 luglio 2016

Battle Chess - Gli scacchi umani


Mettetela come volete ma a me i giochi di scacchi su computer o console non mi sono mai e poi mai piaciuti… a parte uno.
Ricordo che ce n’era uno per Commodore 64 (di cui non ricordo il titolo) che aveva ovviamente una grafica blanda, ma soprattutto aveva un tempo di attesa per la mossa del computer da orchite.
Esiste fortunatamente un eccezione straordinaria che mi ha fatto giocare ad un gioco virtuale di scacchi in maniera appassionata per ore ed ore.
Il gioco in questione l’ho giocato su Amiga, si chiama “Battle Chess”, uscì nel 1988 e fu sviluppato dalla Interplay Entertainment.
Un gioco di scacchi diverso da tutti gli altri che ha dalla sua una giocabilità che nessun gioco del genere è mai riuscito ad eguagliare.
Come funziona? Facile!
Si inizia con la classica scacchiera e con i pezzi sistemati sulle loro posizioni.
La grafica è colorata e lo stile è cartoonesco.
Ovviamente si devono conoscere le regole di questo fantastico gioco antico e quando si gioca la prima volta, provando la mossa iniziale di Battle Chess si resta a bocca aperta.
Non è il classico pedone statico che si muove in orizzontale e si ferma, ma addirittura prende sembianze umane e cammina sulla scacchiera fino a fermarsi nel nostro punto indicato.
Addirittura quando un pezzo deve mangiarne un altro si crea un vero e proprio combattimento.
Il pedone, la torre, l’alfiere, il cavallo, il re o la regina …. tutti i pezzi della scacchiera diventano umani e si muovono, combattono e ci divertono.
Perché la vera novità e gioia di questo gioco è proprio il divertimento.
I combattimenti animati sono favolosi, da sganasciarsi dal ridere.
Ogni pezzo muore sotto combattimento in modo diverso in base a chi lo distrugge quindi, per fare un esempio, il cavallo ha un differente modo di morire dovuto al fatto che a farlo fuori sia l’altro cavallo, la torre o qualsiasi altro pezzo.
E sono tutti combattimenti con relativa morte che fanno ridere: la torre che si sgretola, il re che resta in mutande, il pedone che scappa ma viene preso al secondo tentativo di fuga … insomma … è favoloso e comico.
Ammetto che il mio pezzo preferito di Battle Chess sia la torre.
Quando si anima sembra il personaggio della “cosa” dei Fantastici 4 e il suo modo di distruggere gli avversari spesso è a suon di cazzottoni che ricordano il rimpianto Bud Spencer.
L’ultimo appunto è sul livello di difficoltà del gioco: io non ho MAI vinto.

giovedì 7 luglio 2016

Caricamenti infiniti


Riprendo in parte un argomento che avevo intrapreso in altri post e che vorrei scrivere in maniera più dettagliata.
Se c’è una cosa che mi ha faceva perdere la pazienza, erano i caricamenti delle cassette Commodore.
Tutti quei minuti estenuanti erano spesso frustranti perché di solito mentre caricava il primo gioco mi facevo il panino alla Nutella, al secondo andavo in bagno, al terzo leggevo qualcosa e al quarto già non sapevo più che fare.
Purtroppo questo capitava quando c’era una nuova compilation da vedere, sopratutto quando avevo pappardelle tipo il supplemento Edigamma da “100 Games” con 4 cassette da 13 giochi per lato.
Da una parte la curiosità di vedere i giochi contenuti, dall’altra lo spappolamento degli attributi dopo un po’ di caricamenti.
Anche gli Special Program provocavano a volte queste attese estenuanti: prima caricava il testo con la spiegazione del gioco, poi dopo altri minuti di caricamento appariva il disegno a schermo fatto da Gil con la presentazione e poi alla fine arrivava il gioco vero e proprio … tutto questo dopo diversi minuti di attesa davanti allo schermo.
Purtroppo spesso i giochi che arrivavano erano delle vere e proprie ciofeche, quindi l’attesa ricominciava ricaricando il gioco successivo.
Ovviamente il trucco era quello di segnarsi su un quaderno il nome della cassetta con i nomi dei giochi con relativo numero del contatore, stando attenti a partire dallo 000 e a non premere il reset del contatore durante lo svolgimento di tutta la cassetta.
Il problema sorgeva quando per qualsiasi motivo andava cambiato il registratore, ognuno aveva la sua velocità del timer e quindi non tornava con quello segnato sul quaderno, dovendo ricominciare tutto da capo.
In questo frangente con i registratori che avevano il tasto laterale che faceva sentire il suono della cassetta mentre girava avevamo vita facile, perché sentivamo le pause e gli stacchi della fine di ogni programma … altrimenti era un gran casino.
L’arrivo del floppy è stato un evento perché non solo era più veloce, ma potevamo scegliere il gioco indipendentemente dalla posizione in cui era inserito.